di Emanuela Tomasi
Dissi che ci sarei tornata ed eccomi qua, dopo 5 anni ho respirato nuovamente questo mondo meraviglioso…..e non solo! Tante cose sono cambiate, l’orfanotrofio è stato ampliato, i bimbi sono cresciuti e sono anche aumentati. Una cosa è certa, non è cambiato il loro sorriso, la loro gioia, le corse, i giochi, la loro semplicità e l’autenticità dei loro abbracci.
Ora ci sono 172 bambini/e e tante dade che pensano a loro con tanta cura; è stato costruito un nuovo edificio con la sala da pranzo e gli alloggi per eventuali ospiti, con i servizi annessi; è stata sistemata un’ala per mettere altri lettini e costruita la cucina….. la cucina, che spettacolo, finalmente anche per i cuochi un po di “comodità”!
Bello, bellissimo vedere gli sforzi di padre John e di tutti quelli che hanno voluto contribuire a realizzarli! I lavori ci sono, sono concreti e questo ci deve motivare sempre più di continuare ad aiutare.
Andando in giro con Pietro per i villaggi più sperduti, ho visitato altre scuole che padre John ha messo in piedi in questi ultimi anni, perché la povertà vera del popolo ugandese è la mancanza di istruzione, l’assenza di scuole pubbliche, ma c’è la consapevolezza che l’emancipazione di un popolo passa dall’istruzione.
L’Uganda è bellissima, piena di verde e di acqua, distese di coltivazioni di tè e di ananas, bananeti dappertutto, hanno pascoli e vegetazione, verdure e carne, tutto rigorosamente super “biologico”, quello vero.
Il momento più emozionante è quando sono tornata a varcare il cancello di entrata all’orfanotrofio, dove mi sono corsi incontro i bimbi più grandi che si ricordavano di me; i loro occhi sorpresi e i miei pieni di lacrime. Tanta dignità nei loro sguardi, lì non trovi ipocrisia e falsità, è un mondo vero.
Mi sento di ripetere ciò che scrissi 5 anni fa, l’Uganda non è banale, sotto certi aspetti è difficile da comprendere per noi che veniamo da un’altra cultura dove abbiamo tutto, anche troppo; se si ha voglia di ritrovare sentimenti veri, di aprire il cuore, di rimetterci in gioco,dobbiamo andare…là, dove puoi ancora trovare rispetto e sorrisi disinteressati, il terzo mondo non è lì.
Ringrazio padre John e l’Associazione, che mi hanno aiutato a vivere questa incredibile esperienza, ricca di sorprese, che è aperta a tutti quelli che vogliano incontrare se stessi negli altri.
Grazie,
Notizia Impotante: La Bash Foundation ha acquisito un terreno di 4 ettari dove verrà realizzato, compatibilmente con le risorse, il nuovo Baby’s Home che sarà strutturato in modo più pratico e funzionale per uno sviluppo e una crescita dei bambini sempre più confacente ai loro bisogni.