Lettera di Serenella dopo il suo viaggio in Uganda

Caro Padre John,

Ogni volta che venivi a Sant’Angelo in Vado e ti fermavi a casa mia per poche ore, per condividere un pranzo o una cena insieme a Pietro, mi dicevi : “Vieni e vedrai”. E finalmente quest’anno dal 7 al 14 febbraio 2020 il mio sogno si è realizzato e ho potuto raggiungerti a Mbarara.

Non tutti erano d’accordo su questo viaggio: chi mi diceva che facevo bene perché sarei tornata diversa da questa esperienza; chi invece non l’avrebbe mai affrontato per paura di contrarre qualche malattia. Io però non pensavo minimamente ad alcun tipo di pericolo, anzi mi sentivo sempre più determinata e desiderosa ogni giorno di più ad andare avanti. Già dalla partenza ero consapevole che in pochi giorni mi sarei dovuta concentrare molto per vedere, sentire e toccare tante cose, ma ne è valsa la pena perché il cuore è stato toccato da tanta grazia e meraviglia.

Dopo un lungo viaggio, la prima realtà che ho visto è stato il Babies Home. All’ingresso del cancello c’erano tanti bimbi (i miei Angioletti, cosi li ho chiamati) che arrivavano come un’onda ad abbracciarci con sorrisi smaglianti, con occhioni grandi e pieni di luce, quasi tutti con i piedini nudi; correvano felici e ci prendevano per mano e ci abbracciavano. Mi toccavano la pelle delle braccia, mi toccavano i capelli e poi scappavano via ridendo divertiti. Veniva voglia di prenderli tutti insieme e tenerli stretti al cuore e non lasciarli più.

Tra tutti i bambini del Babies Home, una bimba di 5 anni di nome Teresa mi ha conquistato immediatamente e ho pensato subito di aiutarla adottandola a distanza per poterle dare un futuro migliore. Il prossimo anno andrà a scuola.

Ciò che mi ha più colpito in questi bimbi è stata la fratellanza nel condividere il cibo, il gioco, la preghiera, nell’aiutarsi l’uno l’altro: il più grande accudisce sempre il più piccolo. Per non parlare dell’educazione, del rispetto e dell’obbedienza; il mio pensiero volava alla maggior parte dei genitori italiani che non riescono a dare un minimo di regole per una sana convivenza ai propri figli.

Abbiamo donato ai bimbi giochi: palloni ai più grandi, palloncini da gonfiare ai piccoli, costruzioni. Che gioia vederli giocare, i loro sorrisi aprono il cuore e ci si rende veramente conto di come sappiano apprezzare quelle piccole cose che i nostri figli danno per scontate.

Oltre alla Babies Home, durante il viaggio ho visitato più di 15 scuole, tutte create da Padre John, dalle primarie alle superiori fino ad arrivare all’università. Padre John sa bene l’importanza dell’istruzione per i ragazzi perché permetterà loro di essere liberi da ogni sopruso e schiavitù

Le aule contengono dagli 80 ai 120 alunni, desiderosi di studiare ed imparare. Ci sono anche mense e dormitori per i ragazzi/e meno fortunati/e che vengono da lontani villaggi per evitarli di fare chilometri e chilometri di strada per raggiungere la scuola. In quelle aule ho visto dignità, ordine e rispetto, sempre manifestati da dolci sorrisi e calda accoglienza.

Abbiamo visitato anche l’ospedale e il direttore Dott. Godfrey ci ha illustrato dettagliatamente tutti i vari reparti e i servizi che l’ospedale fornisce.

Accanto alla suddetta struttura sta sorgendo una nuova ala adibita a scuola per infermieri/e.

Un’altra esperienza che mi sta a cuore raccontare è quando con Padre John siamo andati in un villaggio a circa 30 km da Mbarara per celebrare la Santa Messa. E’ stata un’esperienza toccante, spiritualmente molto sentita. Una folla immensa proveniente anche da villaggi lontani stava aspettando Padre John da circa tre ore. La Santa Messa è stata animata da canti e balli di grandi e piccoli: in Uganda la fede è autentica e forte. Forse per molti di noi abituati alla realtà europea rimane un po’ difficile capire la gioia e la spontaneità di questo popolo che ha poco ma sembra avere tutto. In realtà, siamo noi che non abbiamo quei sorrisi, quella gioia, quella fraternità, quell’accoglienza, quei sentimenti veri, quel cuore aperto e sincero che ho trovato in tutte le persone che ho incontrato.

Tante altre cose ci sarebbero da raccontare ma quello che posso dire è che ho vissuto il mio breve viaggio meravigliosamente e che spero di non fermarmi qui e riprovarci  ancora.

Consiglio questa esperienza ricca di sorprese a tutti, in particolare ai giovani.

Ringrazio infinitamente Padre John, le Suore che ci hanno dato ospitalità e l’Associazione che ci ha aiutato. Un ringraziamento speciale va a tutte le persone che ho incontrato e, in particolare, ai bimbi a cui mando un abbraccio grande grande, nella speranza di ritrovarci.

Grazie,

Serenella Bravi

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